Università e distributori automatici di alimenti e bevande: che rapporto difficile

Università italiane e cibo nei distributori automatici: un rapporto difficile! Food and beverage vending machines in Universities.

Come migliorare la sostenibilità degli alimenti e bevande somministrate dai distributori automatici nelle Università? È una domanda a cui molti tavoli di lavoro hanno cercato di rispondere, con scarso successo. Un rapporto palesemente difficile!

Il rapporto tra le università italiane e l’alimentazione è irto di difficoltà e di pratiche ben poco sostenibili. Le aziende di gestione di distributori automatici che spesso non sono messe in condizione di poter offrire alimenti e bevande di qualità a basso impatto ambientale. Questo succede perché vi è scarsa competenza e conoscenza della filiera del food da parte di coloro che definiscono le specifiche del bando di gara, struttura portante del servizio che si va a richiedere.  L’effetto di queste carenze dovrebbe creare imbarazzo e mancanza di responsabilità da parte degli Atenei che non si applicano a sufficienza nel dare in buon esempio.  Così facendo tolgono agli studenti la possibilità di fare scelte consapevoli su ciò che consumano. Altri hanno scelto per loro, lo facessero bene almeno. Un’analisi elaborata dal nostro Osservatorio sull’impatto sociale ed ambientale dei servizi di distribuzione automatica rileva indici di sostenibilità inferiori al 4% del complessivo, quando va bene. Questo significa che viene sottratta agli utilizzatori la possibilità di contribuire alla tutela dell’ambiente o di consumare prodotti più sani e sostenibili.

Distributori automatici di alimenti e bevande nelle Università

Questa contraddizione, per quanto si accreditino quali detentori del sapere è in corso da diversi anni, ma non è stata trovata né voluta (cosa ben peggiore) una vera soluzione. Nonostante gli sforzi dei gruppi studenteschi e dei membri della facoltà che desiderano un sostanziale cambiamento, le amministrazioni universitarie spesso mostrano un disinteresse o, peggio, rifiuto nel riconoscere la rilevanza del problema. Ciò significa che gli studenti spesso si sentono impotenti quando si tratta di realizzare qualsiasi tipo di cambiamento legato all’alimentazione interna all’Ateneo.

Il fattore “incoerenza” 

Inoltre, c’è un evidente scollamento tra ciò che viene promosso in tema cibo e il modo in cui questo viene reso disponibile nella pratica. Gli studenti imparano a conoscere la sostenibilità e l’importanza nel rispettare l’ambiente, ma non hanno accesso a opzioni alimentari sostenibili nel proprio Ateneo. Non si sentono sufficientemente coinvolti sulle questioni legate all’alimentazione, possono solo esprimere le loro preoccupazioni. Questa incoerenza è scoraggiante per gli studenti che cercano un cambiamento tangibile nella loro vita quotidiana e che si aspettavano azioni di maggior rilevanza dalla propria Università.

Abbiamo notato attraverso una approfondita lettura dei vari siti internet di moltissime Università che si richiama spesso l’Agenda 2030 e se ne condividono gli obiettivi. Inoltre, ogni una di queste ha strutturato un tavolo di lavoro dedicato al cibo sicuri che un così grande impegno portasse a risultati altresì rilevanti ma, nulla di tutto questo è successo. Rimangono solo parole, parole e tanta amarezza, aggiungiamo noi. Ci siamo chiesti che forse non hanno le competenze per occuparsene o peggio ancora non sia considerato rilevante nella visione dell’ateneo. Ma allora perché educare persone ai quali stiamo sottraendo la possibilità di esistere un domani?

Superate dalle scuole? SI

Ebbene è proprio così, le Università sono state decisamente sorpassate dalle scuole sul tema alimentazione sostenibile applicata. Un esempio al quale possono far riferimento gli Atenei per apprendere, qualora lo vogliano fare. Molti sono gli esempi e lodevole è l’impegno dei dirigenti scolastici che si sono fortemente impegnati nella riqualificazione dei servizi di ristoro. Hanno ben capito che solo agendo sui bandi di gara era possibile il vero cambiamento favorendo così opzioni alimentari più sane e sostenibili. Distributori automatici di alimenti e bevande nelle Università,

Le Università non possono più sottrarsi all’agire sostenibile sostituendo i distributori automatici di alimenti e bevande

In definitiva, se l’Italia vuole che le sue Università non solo insegnino metodi di studio, ma siano guide credibili verso comportamenti più sostenibili, è necessario far colmare il divario tra teoria e pratica quando si tratta di alimentazione sostenibile. Occorre implementino programmi di monitoraggio e controllo che garantiscano offerte alimentari più sane e sostenibili nei distributori automatici offrendo in parallelo attività informative in cui gli studenti possano imparare come le loro scelte quotidiane possano contribuire a creare un futuro più sostenibile.

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