Le distorsioni dei bandi Anti-CAM un sistema che penalizza le PMI e la qualità dei servizi

Gare Pubbliche e Distributori: Perché la Qualità è l'Ultima a Contare?

Negli ultimi anni, il sistema di assegnazione delle gare per la somministrazione automatica di bevande e snack ha subito un’evoluzione preoccupante che merita una riflessione approfondita. La crescente tendenza delle Stazioni Appaltanti ad adottare criteri di valutazione che si concentrano principalmente sulla struttura economica delle offerte e sulla gestione dei distributori, a discapito della qualità dei prodotti offerti, sta generando una distorsione significativa nel mercato della distribuzione automatica. Questo fenomeno, che potrebbe sembrare marginale, ha implicazioni molto più ampie e colpisce in modo diretto la salute dei consumatori, la sostenibilità ambientale e la competitività delle piccole e medie imprese (PMI) del settore.

Il canone concessorio come priorità: il prezzo sostituisce la qualità

Uno degli aspetti più critici di questo sistema è l’assegnazione dei punteggi nelle gare, che privilegia il canone concessorio, cioè chi offre il canone più alto vince, con un peso che incide direttamente sul costo finale dei prodotti acquistati dagli utenti. In sostanza, ciò che si sta premiante non è la qualità o l’affidabilità del servizio, ma solo la capacità economica di un operatore di “offrire di più” al momento dell’assegnazione del contratto. Questo meccanismo crea una distorsione che può portare a un aumento del prezzo dei prodotti venduti attraverso i distributori automatici, generando un danno soprattutto per le fasce di consumatori più vulnerabili, come giovani e studenti, che potrebbero essere quelli maggiormente colpiti dall’inflazione dei prezzi.

Le analisi più attente dei bandi aggiudicati evidenziano infatti incrementi che vanno dal 20 al 40% rispetto al valore di mercato dei prodotti. Ad esempio, un caffè che normalmente costa 60 centesimi può arrivare a subire un “sovraprezzo” di oltre 20 centesimi, un costo che in molti casi viene nascosto dietro la promessa di “offerte vantaggiose” che si rivelano in realtà molto più costose per l’utente finale. La domanda che sorge spontanea è: perché questo accade e perché spesso in contesti dove non ce lo aspetteremmo, come nelle scuole o negli uffici pubblici?

Questo sistema ha un impatto diretto sui prodotti distribuiti, che sono spesso penalizzati in termini di qualità e costi. Molti distributori offrono bevande e snack realizzati con materie prime di scarsa qualità, il che non solo incide sulla soddisfazione del consumatore, ma può anche danneggiare la salute di chi consuma questi prodotti, soprattutto se questi vengono acquistati con frequenza. È difficile comprendere come si possa giustificare una simile dinamica, in cui si cerca di massimizzare il profitto a discapito del benessere dei consumatori. Ci chiediamo perché il profitto venga posto al di sopra della salute e della qualità della vita delle persone, in un settore che dovrebbe puntare proprio a migliorare il benessere attraverso l’offerta di bevande e alimenti salutari e di qualità.

Gare Pubbliche e Distributori: Perché la Qualità è l'Ultima a Contare?

Inoltre, questo meccanismo favorisce indubbiamente le grandi aziende, che dispongono di risorse economiche enormi e sono in grado di offrire canoni concessori più elevati, ma che, allo stesso tempo, penalizza le PMI, che potrebbero offrire prodotti qualitativamente superiori, ma che non hanno la capacità finanziaria per competere su un piano economico così sbilanciato. Le piccole imprese, che operano con un focus maggiore sulla qualità e sulla sostenibilità, si trovano così escluse da un mercato che, invece di premiare l’innovazione e la qualità, finisce per premiare la capacità di fare offerte economiche aggressive, ma spesso a scapito di prodotti meno salutari e più costosi.

Criteri di selezione inadeguati: un sistema che ignora la qualità

A complicare ulteriormente la situazione, vi è l’approccio adottato per i criteri di selezione nelle gare, che si concentra quasi esclusivamente sulla qualità dei macchinari, sulle certificazioni e sulla gestione logistica, senza alcuna considerazione per la qualità dei prodotti somministrati. In pratica, si tratta di un approccio che considera solo gli aspetti tecnici e organizzativi, tralasciando completamente ciò che dovrebbe essere l’elemento centrale: la qualità del cibo e delle bevande distribuite. Questo è paradossale, soprattutto se si considera che l’oggetto del servizio è la distribuzione di alimenti e bevande e non la semplice concessione di spazi pubblici. Un tale approccio contraddice non solo lo spirito dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), che dovrebbero promuovere la sostenibilità e la qualità, ma anche il Codice dei Contratti Pubblici, che mira a favorire la partecipazione delle PMI e a garantire che i contratti pubblici siano aggiudicati in modo trasparente e che rispettino elevati standard di qualità.

Una ulteriore criticità risiede nella mancanza di verifiche di conformità, previste dall’art. 116 del Codice dei Contratti Pubblici. La scarsa attenzione al monitoraggio dei prodotti effettivamente distribuiti nei distributori automatici aggrava la situazione. In molti casi, infatti, gli operatori dichiarano di rispettare i CAM in fase di gara, ma una volta aggiudicati i contratti, non sempre mantengono fede agli impegni presi, sostituendo i prodotti inizialmente proposti con altri che non rispettano le norme di qualità o addirittura vanno contro i principi di sostenibilità previsti dai CAM. Le Stazioni Appaltanti, in questo contesto, devono essere più vigili e garantire controlli rigorosi e continuativi per assicurarsi che i CAM vengano rispettati e che i prodotti distribuiti siano veramente conformi agli standard di qualità dichiarati.

Il nostro impegno è quello di monitorare costantemente questo fenomeno e di segnalare eventuali irregolarità, affinché la qualità e la trasparenza possano tornare ad essere al centro delle gare pubbliche. È fondamentale che vengano tutelati non solo i consumatori, che hanno diritto ad accedere a prodotti di qualità, ma anche le imprese virtuose del settore, che, nonostante le difficoltà economiche, cercano di portare sul mercato prodotti genuini, salutari e sostenibili. Solo con una vera e propria rivoluzione culturale nella gestione delle gare pubbliche sarà possibile garantire un sistema più equo e trasparente, dove la qualità prevalga sugli interessi economici e dove la salute dei consumatori venga finalmente messa al primo posto.

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