Criteri Minimi Ambientali
Martedì 21 giugno 2022 si è svolto il terzo Webinar presso il Mi.T.E. volto a definire i criteri minimi ambientali per i servizi di ristoro. Documento a valere sui futuri bandi di gara nella Pubblica Amministrazione. Un’importante attività che fornirà alle stazioni pubbliche appaltanti una legge che agevolerà così la stesura dei capitolati apportando un radicale cambiamento degli attuali servizi offerti. Un grande impegno per gli operatori economici che devono modificare le attuali “abitudini”. Tutto ciò però avrà risvolti positivi per lo sviluppo del loro business rendendolo più sostenibile.
Il buon esito li farà rientrare fra appalti verdi potendo così attingere alle risorse del recovery fund.
Nel dettaglio i servizi coinvolti:
- Servizi di ristoro tramite la gestione di distributori automatici di alimenti e bevande
- Servizi di ristoro (bar)
- Servizi di preparazione e somministrazione di panini (catering)
- La fornitura, l’installazione e la gestione di “case dell’acqua”
- Affidamento di lavori per la realizzazione di punti di erogazione di acqua di rete ad uso potabile presso ambienti interni o esterni
Il tavolo di lavoro
Anticipiamo che la coordinatrice del gruppo, viste le puntate precedenti, ha sollecitato da subito i partecipanti ad intervenire in maniera propositiva e non polemica. Durante la lettura del documento in condivisione si ricorda a tutti le motivazioni che hanno spinto il Ministero ad intervenire in questo settore. Inoltre, si sottolinea la stretta correlazione fra l’ambiente, salute e formazione, una triangolazione che si esprime con l’attuazione dei C.A.M.
Il nostro Presidente, Claude Bontorin ha raccolto i contenuti dei vari interlocutori ed è intervenuto moralizzando e richiamando al senso di responsabilità molti dei presenti. In aggiunta l’iniziale atteggiamento conservatore di alcune parti si è ora è ridimensionato chiedendo tempo alla coordinatrice del tavolo per successivi approfondimenti. Ma il tempo non c’è più e si rende necessario agire immediatamente e i C.A.M. ne offrono l’opportunità.
Il tema principale della discussione sono state le bevande alla spina quale unico sistema distributivo alternativo a quelle confezionate, in qualsiasi materiale esse siano realizzate.
Il secondo riguarda le specifiche prodotti biologici o senza ingredienti “aggiunti”. Esempio più evidente sono gli zuccheri aggiunti, coloranti, conservanti e edulcoranti vari. È da approfondire secondo alcuni e da evitare secondo altri. Di certo quello che sta emergendo è evitare o eliminare ingredienti “aggiunti” se non necessari. Si evitano così filiere complete con grande risparmio di emissioni in CO2 Eq.
Molti interessi sono in gioco e troppi interlocutori hanno dimenticato le finalità del Ministero verso il buon esisto di questi criteri minimi ambientali. Non si tratta di penalizzare o favorire qualcuno bensì di operare congiunti per un bene comune che è il nostro pianeta. I danni che abbiamo generato, anche inconsapevolmente, sono sotto gli occhi di tutti e siamo noi stessi che dobbiamo porvi rimedio. ristoranti
Pensare di declinare tale responsabilità ai posteri è sbagliato e da irresponsabili.
Alcuni componenti del tavolo mettono in evidenza l’indisponibilità sul mercato di alcuni prodotti richiesti (per esempio bevande alla spina o alimenti senza zuccheri aggiunti). La coordinatrice del tavolo li rassicura dicendo loro che sul mercato le soluzioni sono disponibili. Ha raccontato che lei stessa ha potuto visionare ed interloquire con vari espositori, presso la fiera Venditalia svoltasi dall’11 al 14 maggio 2022 in Milano. Il mercato è libero e, chi ha realizzato le soluzioni nei tempi previsti è corretto che ne tragga i benefici. A tutti gli altri non rimane che seguire una leadership già scritta. Si stima il documento vada in firma a gennaio 2023 e 120 gg dopo diventerà legge, governo permettendo.
Alcuni interventi e le relative considerazioni
Una direttiva europea prevede l’aumento del numero di prodotti equo-solidali nel mercato per essere più sostenibili. Bisogna fare una precisazione l’equità non è sinonimo di sostenibile bensì di solidarietà. Si è solidali quando si è concordi con le linee di condotta proposte dagli altri, in modo da condividerne responsabilità e impegni. Essere sostenibili, invece, è quando si vanno a soddisfare i propri bisogni senza compromettere le necessità delle generazioni future. Rimane il fatto che non è un tema coerente con l’ambiente, è fin troppo palese che prodotti che vengono dai più lontani paesi del mondo di sostenibile hanno ben poco.
Si fa menzione anche della direttiva dell’Unione Europea REA2 relativa all’olio di palma, il quale non deve essere completamente eliminato nei processi produttivi perché indispensabile nell’industria. Bisogna tenere conto che negli alimenti l’olio di palma è presente ad una percentuale del 10%. Questa percentuale è inferiore a quelle che possiamo trovare nei cosmetici o in altri prodotti. Inoltre, secondo la stessa efsa.ue l’olio di palma viene considerato nocivo per la persona solo quando è soggetto ad una temperatura superiore ai 180°, azione che non si trova nei processi produttivi alimentari. L’industria agroalimentare italiana in alternativa utilizza l’olio di girasole, ma comparando l’azione ambientale di quest’olio con l’olio di palma si può notare che la differenza d’impatto è ininfluente. Buono a sapersi ma altro argomento irrilevante per i Criteri Minimi Ambientali del Mi.T.E. Ristoranti
Prodotti compostabili
Viene posto un dubbio sui prodotti compostabili ma, senza entrare nel merito, la questione è stata rinviata al consorzio competente. Come pure sono stati fatti dei riferimenti alla direttiva europea S.U.P. quale esempio da seguire. Nulla di più inutile visto che ancora oggi non vi sono posizioni o indicazioni chiare e quindi non proponibili come legge. Un’Associazione che raggruppa alcune aziende della filiera del Vending solleva il problema della mancanza di sensori ottici per il rilevamento della “tazza” ( riuso) su alcuni distributori di vecchia produzione. In tutti i bandi sino ad oggi utilizzati sono sempre stati premiati e resi obbligatori i distributori automatici nuovi (disponibile da circa dieci anni). Il problema è quindi irrilevante, si possono, se necessario, spostare le macchine sprovviste di sensori dal pubblico al privato per risolverlo.
Il fatturato nel settore pubblico gestito dagli operatori della distribuzione automatica corrisponde al 18%. Ancora informazioni parziali in quanto il peso complessivo sulle Pubbliche Amministrazioni al 2019 era del 25-26%. Negli anni a seguire vi sono stati dei cali registrati soprattutto nelle scuole. Bisogna però ricordare che oramai tutti gli studenti ed insegnanti sono tornati a svolgere le loro principali attività in presenza.
L’acqua
Successivamente si passa al tema dell’acqua imbottigliata e della rete. L’acqua di rete è sottoposta a continui controlli analitici dei parametri microbiologici, chimici e fisici, da parte dei gestori municipali e i medesimi parametri sono monitorati costantemente anche dalle autorità sanitarie. Quindi l’acqua fornita attraverso il sistema acquedottistico presenta caratteristiche sanitarie tali da essere preferibile a moltissime acque imbottigliate. La microfiltrazione, a cui l’acqua viene sottoposta nei dispenser e nelle case dell’acqua, ha lo scopo di migliorarne le caratteristiche organolettiche, in particolare per quanto riguarda il sapore di cloro che deriva dai sottoprodotti delle tecniche di potabilizzazione e disinfezione.
Molte strutture hanno già messo in atto delle politiche per la riduzione dell’utilizzo della plastica grazie all’installazione degli erogatori di rete e bicchieri compostabili: sono centinaia gli erogatori presenti negli uffici pubblici e nelle scuole. Non dimentichiamo poi che il Regolamento (CE) n. 178/2002 sancisce che l’acqua, una volta messa a disposizione dell’utente è, al pari di altre bevande, un alimento e come tale deve essere gestito.
Rifiuti e riciclo
Il progetto del riciclo dei bicchieri è usato come soluzione al problema proponendo progetti commerciali sostenuti da produttori di bicchieri in plastica. La migliore gestione è non attuare questo e nessun progetto, in quanto molti studi lo considerano superfluo se non peggiorativo a livello impatto ambientale. La miglior pratica da attuare è il riuso e intervenire riducendo l’utilizzo di imballi su tutta la filiera.
Il tema dei rifiuti post consumo in realtà non è un problema del settore. Le aziende che gestiscono i servizi di ristoro sono configurate come somministrazione e distribuzione di alimenti e bevande. Non possono in alcun modo gestire i rifiuti che, in Italia, è di competenza di aziende appositamente abilitate.
Ad oggi che fa da “cappello” e monitoraggio sul come funzionano e sono gestiti questi servizi è “mamma CONAI” ed i suoi sette “figli“.
Altro problema sollevato è legato alla frutta fresca senza packaging in quanto non conforme all’HACCP. Il riscontro è negativo, vi sono determinati frutti la cui buccia può fungere da packaging e quindi possono essere distribuiti in tutta sicurezza.
Vengono riproposte, come sistemi di qualità dei servizi di ristoro, certificazioni create e promosse dalle stesse aziende di vending. Da sapere che una è un doppione del sistema HACCP (obbligatorio per tutti) e l’altra relativa ai processi necessari per la lavorazione del caffè. Nel disciplinare di quest’ultimo, le procedure di selezione e lavorazione sono utilizzate da tutti per poter torrefare il caffè secondo la necessità per poter essere erogato dai distributori automatici. Tutti seguono queste procedure, altrimenti non si potrebbe parlare di caffè per il vending. Questi doppioni creano confusione nei consumatori ed ai decisori delle stazioni appaltanti.
L’Associazione che raggruppa tutti gli operatori del biologico acclama il Ministero per l’iniziativa e afferma che vi una grande disponibilità di prodotti. Sarebbe sufficiente che gli operatori acquistino questi prodotti e li rendano disponibili nei distributori automatici.
Di tutt’altra opinione è l’Associazione che rappresenta l’industria alimentare, contraria all’iniziativa, affermando che determinate sue aziende associate necessitano di maggior tempo per adeguarsi al cambiamento. Negli incontri viene ripetuto il calo di fatturato e di impieghi in questo periodo, nonostante vi siano aziende, attive nel biologico e sostenibile, che stanno assumendo. Forse è ora di mettersi in discussione, la scelta di non adeguarsi al mercato del sano e sostenibile non è da imputare ad altri. Nel nostro comunicato stampa del primo Webinar avevamo presentato dei numeri e valori riferiti all’anno 2019 che, due anni dopo, non sono cambiati.
Oggi i servizi di ristoro sviluppano un fatturato nella Pubblica Amministrazione pari allo 0,51% rispetto al settore dei consumi alimentari in casa e fuori casa. Ma di cosa stiamo parlando?
Conclusione
Il Webinar si conclude con l’intervento di Claude Bontorin, Presidente di Associazione PIÚINFORMA, che chiude il dibattito tra tutti i partecipanti. Come anticipato nella premessa, vengono richiamati al buon senso coloro che si dimostrano contrari all’iniziativa del Mi.T.E. nel formulare i Criteri Minimi Ambientali per i servizi di ristoro. Un ringraziamento particolare all’organizzatrice e tutta la sua squadra per i contenuti trattati e la grande pazienza nell’ascoltare tutte le parti interessate.
Questi Criteri Minimi Ambientali potrebbero essere la chiave di volta del cambiamento poiché i partecipanti sono stati propositivi che hanno fornito soluzioni e risposte. Si spera che vi possa essere un contributo ai futuri tavoli da parte di tecnici. Il loro obiettivo principale è agire nell’interesse del consumatore utilizzando le potenzialità che il sistema alimentare esprime in Italia.
Vi sono ancora dei ritocchi da apportare affinché determinate specifiche non siano oggetto d’interpretazione da parte delle stazioni appaltanti e gestori dei servizi. Sarebbero quindi causa di ricorsi o non ottenimento di quanto richiesto o offerto.
Il percorso con il Mi.T.E. offre numerose occasioni di apprendimento sul sistema e sui suoi limiti. Associazione PIÚINFORMA sostiene pienamente i Criteri Minimi Ambientali per i servizi di ristoro quale unico strumento per il cambiamento. Viene riconosciuta la presenza di un atteggiamento lobbista-lineare, ovvero coloro che sono contrari al cambiamento in qualsiasi sua forma. Un atteggiamento che si è dovuto confrontare con esperti presenti al tavolo che hanno saputo ben rapportarsi con tutti.
Bisogna fare proprie le necessità impellenti ed impegnarsi tutti a ridurre le emissioni per bloccare l’innalzamento della temperatura terrestre.
Siamo certi che la tecnologia e l’esperienza di tutto il settore dell’agroalimentare, supporterà questa necessaria transizione, sempre vi sia l’intenzione di farla.
Non esitate a contattarci ed avere maggiori informazioni o segnare eventuali inesattezze, se presenti.
Ufficio Stampa