Dall’era industriale e consumistica ad oggi by Claude Bontorin

consumistica

Un’analisi del contesto ci porta oggi doverosamente a delle riflessioni sul passato e su come siamo arrivati a questo punto.

Affinché nulla vada disperso, analizziamo più nel dettaglio l’argomento: ciò creerà sentimenti e reazioni controverse, ma anche maggior spessore qualitativo delle discussioni e nuove prospettive di sviluppo realmente sostenibile. water

Un po’ di filosofia per riflettere. water

 

L’incapacità di risposta ai problemi esistenziali

Ci sono voluti molti anni ma l’uomo si è accorto finalmente che scienza e materialismo non possono dare risposta ai grandi problemi esistenziali dell’uomo. Rispondere a domande tipo “cos’è l’uomo?”, “cosa fa l’uomo?”, “qual è lo scopo della sua vita?”, non sono faccende facilmente risolvibili, non è in alcun caso alla portata di concezioni intrise di materialismo.

Uno su tutti è la biodiversità e come l’uomo sia incapace di adattarsi al veloce cambio climatico. consumistica water

 

Il prodotto diventa più importante dell’uomo che lo produce

Poiché le multinazionali investono pesantemente in pubblicità insolita, i consumi e i prodotti sono diventati più importanti delle persone e delle loro funzioni creative.

Ci viene detto che il valore del lavoro manuale, artistico, agricolo e manuale è inferiore al lavoro svolto alla scrivania. Hanno creato grandi industrie in cui le persone non contano più. Tutto è stato meccanizzato e non c’è più lavoro. L’energia e le risorse non rinnovabili si stanno esaurendo e i prezzi stanno aumentando, determinando un alto indice di inflazione.

 

Inquinamento e contaminazione

Per accaparrarsi risorse a tutti i costi, grandi aziende e multinazionali, hanno agito senza considerare i danni collaterali derivati dalle loro azioni, ritenendoli forse accettabili nel nome del progresso. Hanno reso l’aria irrespirabile, contaminato e sfruttato all’inverosimile mari e fiumi. Nel nostro pianeta stanno scomparendo non solo le foreste, ma anche molte specie di animali, la biodiversità.

Il nostro impianto educativo si è allineato alla cultura delle cose materiali e abbiamo insegnato ai bambini che ciò che più conta è il prodotto e non l’uomo, il gioco per dimostrare la propria supremazia, la merce e non la natura, produrre in quantità e non qualità a discapito della creatività. 

 

Custodire e non dominare, aiutare e non sfruttare, mantenere e non distruggere la catena alimentare

Dopo 500 anni di confusione e disinteresse si sta finalmente riconsiderando tutto.

Il concetto “dominio” è stato usato dall’uomo per giustificare le manipolazioni e il depauperamento implacabile della natura.

Tuttavia, sta ora prendendo forma una sostanziale necessità e trasformare il termine “dominio” in egemonia con la natura.

Uomini e donne devono dunque agire come custodi della terra, preservando e proteggendo tutte le creature che ci vivono.

Proteggere e rispettare la biosfera è preservare le biodiversità

Già milioni di persone in tutto il mondo hanno modificato volontariamente il loro stile di vita, moderando il consumo in tutti i settori.  Queste persone vogliono riscoprire i veri valori dell’uomo e nutrirsi con prodotti freschi e genuini, preferibilmente ottenuti col sistema dell’agricoltura biologica, dove si evita l’uso di velenosi fertilizzanti.

 

Il ritorno concreto a una vita genuina, a dimensione umane

Molti sono tornati e torneranno a vivere una vita agricola, nuove aziende che grazie anche alle nuove tecnologie e piattaforme di gestione, riescono a fornire i loro prodotti direttamente ai consumatori accorciando così le filiere, riducendo i costi e trasporti. Tutto a beneficio dei nuovi consumatori che possono acquistare alimenti naturali e di qualità al giusto prezzo.

Si lavorerà sempre più a casa propria evitando di sprecare tempo ed energia per trasferimenti giornalieri sul posto di lavoro. Un lato positivo del Covid è aver accelerato questi processi, è l’uomo che deve ora adeguarsi rapidamente ai cambiamenti. consumistica

 

Le città del futuro con servizi a 15 minuti.

Sulla base di queste premesse, si deduce che le città non scompariranno ma si ridimensioneranno grazie alla bioarchitettura, l’uso di materiali bio-compatibili, ed i trasporti urbani. Più spazi verdi, più alberi, più trasporti pubblici, più servizi di prossimità.

Una città a 15 minuti, dove entro questi tempi gli abitanti troveranno o avranno accesso a servizi o negozi.

È altresì evidente che sarà necessario un po’ più d’impegno da parte di tutti e saper rinunciare e modificare le nostre abitudini.

Questo cambiamento avrà come ricaduta il benessere psicofisico della popolazione non più stressata dal traffico e dai ritmi frenetici che l’attuale sistema ci riserva.

In sintesi, dobbiamo accantonare il pensiero consumistico per passare a quello durevole e sostenibile.

Lo definiamo “pensiero” perché determina e precede il tutto (da chi produce, trasforma e consuma) salute lazio

È ora del cambiamento e tutti dobbiamo partecipare attivamente! co salute lazionsumistica

L’era industriale l’abbiamo passata come pure quella consumistica ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Un ritorno al passato come stile di vita e di consumo senza rinunciare alla tecnologia. salute lazio

 

Grazie per l’attenzione salute lazio

Claude Bontorin

Presidente di Associazione PIÚINFORMA

 

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