Educazione alimentare: il benessere passa dall’informazione
Vi siete mai chiesti perché l’educazione alimentare non rientri nell’offerta didattica delle scuole?
Appare curioso che tematiche tanto importanti non vengano affrontate durante l’età in cui si formano le coscienze, considerando soprattutto il fatto che mangiare è un bisogno vitale a cui va dedicata la massima attenzione.
Teoricamente l’uomo è un onnivoro. Nel corso della storia si è dovuto adattare all’ambiente circostante, evolvendosi e trovando in natura gli elementi necessari per la sua sopravvivenza.
Tutti gli esseri viventi, indistintamente, hanno quindi sviluppato il loro istinto al fine di riconoscere gli alimenti di cui nutrirsi, evitando quelli nocivi. L’uomo non fa eccezione, anche se purtroppo sta perdendo questa capacità.
Considerato questo, solo un’ educazione fatta di regole e principi è in grado di insegnarci (di nuovo) a riconoscere cosa è giusto mangiare. Al fine di renderci consapevoli riguardo ciò di cui ci si nutre. Ma la situazione attuale non sembra essere particolarmente favorevole.
Il settore alimentare e le regole economiche
Il settore alimentare è il più grande settore economico del pianeta, assieme a quello petrolifero. Il giro economico sviluppato è enorme, ma se in un caso si parla di petrolio, nell’altro si parla di cibo. Bisogno primario che non dovrebbe, di logica, essere gestito sulla base delle regole economiche “convenzionali”.
In questo periodo storico possiamo dire senza indugi che non siamo noi consumatori a decidere autonomamente cosa, come e perché mangiare. La standardizzazione che ha investito tutti i settori economici ha fatto si che le grandi multinazionali del cibo possano in un certo senso imporre anche lo stile alimentare da seguire, cercando naturalmente di trarne il maggior profitto economico possibile e dando vita ad una sorta di agri-business.
Purtroppo, le considerazioni su cosa sia giusto mangiare per favorire la nostra salute e quella della Terra sono spesso ignorate, e quindi ci troviamo a disporre di alimenti a volte dannosi per noi stessi e per l’ambiente.
Il vantaggio dell’informazione libera
Fortunatamente l’ informazione libera che ha preso piede in questi anni attraverso la rete ha coinciso anche con l’aumento della domanda di cibi naturali e sostenibili, il che significa che i consumatori hanno iniziato a riflettere su ciò che stanno mangiando e soprattutto a richiedere ciò che davvero vogliono mangiare. Se fin’ora il metro di giudizio di un cibo è stato solamente la sua resa in termini di gusto (che doveva essere pieno, saporito, appagante) associata al costo più basso possibile, adesso la volontà del consumatore sta pian piano spostando il suo indicatore verso l’esigenza di nutrirsi.
Egli infatti dovrebbe costantemente preferire del cibo che giochi il suo ruolo senza creare problemi all’organismo, e che sia il più sostenibile possibile: ovvero riadattarsi ai gusti veri, riscoprire gli alimenti integri fatti dalla natura per noi che ne siamo parte, evitando ciò che è stato eccessivamente scomposto e raffinato.
Formazione e informazione
Occorre quindi tornare a dare il giusto valore al cibo come atto di attenzione verso noi stessi, e non usare come prima discriminante nella scelta dei cibi il loro prezzo ma abituarsi a leggere le etichette, informarsi e documentarsi al fine di restituire alla nostra alimentazione quel ruolo primario che fin’ora è stato interpretato dal denaro.
Di tutto questo, Associazione PIÙINFORMA ne ha fatto la propria mission. Informare e formare il consumatore per supportarlo nelle scelte di tutti i giorni, con consapevolezza e responsabilità.
Informarsi per il bene dell’ambiente e della nostra salute.
Il format PIÙINFORMA per aree break sane e sostenibili
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