Qual è realmente la condizione del nostro pianeta? È davvero grave come dicono in tanti? O è solo un problema passeggero, una moda, una lamentela?
David Attenborough (per capirci, il Piero Angela britannico), in un documentario di recente rilasciato su Netflix (0) dà la propria risposta: non solo non è una moda, ma il rischio del riscaldamento globale non è tanto della sopravvivenza della vita sul pianeta, quanto della vita della società o addirittura della specie umana, su di esso.
Nel suo documentario il Lord inglese discute di ambiente, di inquinamento e dei rischi insiti nei cambiamenti drastici che il nostro pianeta ha subito
e sta continuando a subire da meno di una vita umana.
Ma si parla di questi temi solo per timore della carenza di biodiversità? Dell’estinzione di simpatiche specie animali?
La risposta che si può ottenere, analizzando affermazioni di istituti autorevoli quali NASA, è semplice: no.
In sostanza, quello che ci dice l’agenzia spaziale più famosa e rinomata al mondo, è che, nonostante gli ormai sensibili effetti dell’azione umana sull’atmosfera terrestre,
la Terra probabilmente non risentirà irreversibilmente del problema. Noi forse sì.
Anzi, come fa notare anche il nostro presentatore naturalista inglese, la Terra ha già subito, nel passato, innalzamenti di temperature e
di concentrazione di CO2 anche maggiori di quelli che stiamo causando oggi noi esseri umani (seppur in tempi molto più lunghi),
e quindi – sembra fargli eco l’ufficio stampa dell’Agenzia americana – gli scienziati della NASA non hanno dubbi che la Terra sopravvivrà anche a questi mutamenti (1).
“L’atmosfera terrestre è resiliente a molti dei cambiamenti che gli esseri umani le hanno imposto.
Ma, dice lo scienziato atmosferico David Crisp del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California, questo non significa necessariamente che la nostra società lo sia.” (2)
La Terra sopravvivrà: il problema è dell’uomo
I dubbi, allora, riguardano proprio l’uomo: sopravvivremo ai mutamenti che la Terra continuerà a portare al suo ecosistema, a causa della nostra miope condotta?
La risposta più verosimile dovrebbe essere che sì, forse sopravvivremo. Ma ne siamo proprio sicuri?
Sorge infatti, in questi articoli e questi documentari (approfondiremo questo tema in futuri articoli), forse un problema più grande,
ossia il problema di come, eventualmente, sopravvivremo. Se saremo in grado di farlo.
Se continueremo su questa rotta, infatti, senza provare se non minimamente a cambiare direzione, ciò che ormai è certo è che la società avanzata che conosciamo,
con tutti i suoi pregi, tutti i suoi agi, e tutti i suoi difetti, non sopravvivrà. Su questo punto forse David Attenborough è anche più diretto degli scienziati della NASA.
Ciò che dovremo tutti fare, d’ora in avanti, sarà cercare di verificare se questi pericoli siano “attuali e concreti”. Dal canto nostro noi cercheremo di verificarlo coi prossimi articoli.
Perché, ve lo dico già, lo sono.
Poiché se i rischi sono tali, è chiaro che sarà necessario identificarne le cause, al fine di evitare il loro verificarsi. Perché solo rimuovendo le cause,
ci si può accertare del non ripetersi di una medesima situazione negativa.
Mentre facciamo questo, tuttavia, cosa si può fare? Ci sono soluzioni “argine”? David Attenborough propone alcune proprie soluzioni.
Fa notare come serva soprattutto cambiare alimentazione, forse addirittura divenire tutti vegetariani, un giorno.
Come possa servire aumentare il livello di educazione nel mondo, di modo che le persone passino il proprio tempo a studiare,
in sostanza rimandando il momento in cui faranno figli, in comunanza col farne meno, di figli.
La soluzione argine è dunque non molto idilliaca.
Ma probabilmente è l’unica che si possa adottare, mentre si cerca di risolvere le cause che hanno condotto a questo disastro naturale.
Si sta facendo qualcosa?
Contromisure a più lungo termine si stanno già iniziando a proporre, basti pensare alle proposte che l’ONU ha chiesto di mettere in atto agli stati (3), o alla proposta della commissione UE sulla sostituzione dei sistemi energetici con sistemi completamente sostenibili entro il 2050 (4), ma è chiaro che i cambiamenti dovranno essere assoluti e totali, ossia comprendenti ogni parte della vita dell’essere umano.
Nei prossimi articoli, allora, proverò a mostrare più chiaramente, facendo sempre fede su ricerche scientifiche di più istituti tra i più autorevoli al mondo, quali siano effettivamente le conseguenze, dati alla mano, di un mondo che continui nel percorso che ha iniziato, senza rendersi conto che proprio esso ora sta virando, chiedendoci di tornare indietro, per poi cambiare direzione, allontanandoci dalla strada maestra che abbiamo sempre percorso, indicandocene una completamente nuova. E più sostenibile, forse più matura.
Questo affinché, in chiunque legga questi articoli, possa effettivamente visualizzare chiaramente quale futuro attende un mondo in cui l’uomo moderno non accetti l’errore della propria strada, non accetti la propria fine, la fine dell’età moderna, e con essa il coincidente inizio di una nuova era. Ma esso è arrivato, e se non saremo in grado di accettarlo e di cambiare concordemente ad esso, probabilmente segneremo il futuro non solo della nostra specie, ma anche della maggior parte delle specie viventi sul pianeta.
In conclusione
Al termine del suo documentario, David Attenborough propone delle soluzioni possibili, per evitare questo futuro scellerato.
E non sono poi così diverse da tante proposte dagli enti qui citati.
Ma per ottenere risultati serve che ogni persona sul pianeta si renda anzitutto conto di questo pericolo, e della sua gravità.
Perché se è vero che nessuno sa determinare il proprio agire se non su un obiettivo che è in grado di vedere, allora è meglio che ci sforziamo di vedere
chiaramente questo obiettivo, ed a vederlo il prima possibile, questo futuro terribile che si stende chiaro dinanzi a noi, perché Dio non voglia
che il giorno in cui lo dovessimo vedere chiaramente sia ormai troppo tardi.
(0): “una vita sul pianeta terra” https://www.netflix.com/it/title/80216393;
(1): https://climate.nasa.gov/news/2915/the-atmosphere-getting-a-handle-on-carbon-dioxide/
(2) https://climate.nasa.gov/news/2915/the-atmosphere-getting-a-handle-on-carbon-dioxide/
(3): https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1105015.pdf