L’appetito vien guardando i colori dei prodotti.

Appetito vien guardando

L’appetito spesso vien guardando i colori dei prodotti. Come il colore incide sulle nostre scelte alimentari?
Nella percezione visiva, sulle nostre emozioni e sui nostri comportamenti, ogni colore scatena una reazione e…il nostro appetito!

Non solo il palato e il naso interagiscono con ciò che mangiamo ma c’è un coinvolgimento complessivo di tutti i cinque sensi.

Prima ancora di assaggiarlo abbiamo già una chiara idea del gusto che avrà;
aspro, dolce o acido, come se la vista e il  gusto si fossero associati a creare una sensazione unica, e questo l’industria alimentare e lo sa bene.

L’appetito vien guardando il colore del packaging e i vari formati delle confezioni condizionano la nostra percezione di qualità del prodotto.

C’è  profonda interazione fra colore e sapore che influenza la nostra mente e a seguire alcuni esempi :

Bianco: è il colore delle cose pure e naturali.
I cibi bianchi ci ricordano la semplicità e la genuinità (come ad esempio il latte e il riso).
Ecco perché l’appetito vien guardando e molti cibi bianchi stimolano all’immediato consumo.

Rosso: è un colore che stimola i vari sensi.
I  cibi di questo colore sono considerati apportatori di energia, come il vino, la carne, frutta e verdura matura.
Nel marketing sembra che il colore rosso attiri l’attenzione del consumatore e lo stimoli all’acquisto.
sarà forse un caso che grandi case produttrici come la Coca Cola o le catene di fast food tipo McDonalds facciano un uso abbondante di questo colore?

Verde: simboleggia la natura, la vita e la primavera.
I cibi verdi trasmettono pace stimolando la riflessione.

Giallo/Arancione: solare ed energetico per il giallo e l’equilibrio per l’arancione.  Zucca, mais, mandarini, melone, carote, peperoni, limoni, ananas, albicocche, pesche….
Si trattano di colori che invogliano al consumo e che stimolano l’appetito.

Marrone: generalmente meno apprezzato ad eccezione del richiamo alla cioccolata, ma è usato soprattutto negli imballaggi alimentari con il significato di “cibo naturale/eco-compatibile.

Blu e Viola: sono poco presenti in natura, questi colori rasserenano  disattivando l’adrenalina.

Percezione e approccio
L’appetito vien guardando e questi processi avvengono attraverso dei meccanismi distinti.
Il primo è multisensoriale che attiva tutti i sensi e il secondo influenza le nostre aspettative sul gusto.

Vero è che colori ci fanno stare bene e hanno una grandissima influenza sugli stati d’animo dell’essere umano.
Il più delle volte la scelta di un alimento piuttosto che un altro è legata al nostro stato d’animo e, il colore del cibo è affine all’ umore del momento;
frutta e verdura contengono dei pigmenti fitonutrienti (flavonoidi, fenoli, terpen) che esercitano una naturale funzione visivo-attrattiva sulle nostre scelte alimentari,
producono effetti benefici sul nostro l’organismo e svolgono funzioni importanti per la salute del corpo. (fonte Marta Sclip)

E’ triste ma il consumatore non ha più nessuna idea di come scegliere i prodotti che più desidera e relativa qualità.

L’appetito vien guardando i colori dei prodotti, alcuni esempi:

Gusto: nei grandi punti vendita a libero servizio (GDO)   si può guardare ma non assaggiare.
Colore: le nuove varietà sono sviluppate per avere colori sempre più attraenti che non necessariamente hanno una correlazione con la qualità.
Il colore dei conservanti e additivi è molto utilizzato per rendere visivamente attraente il prodotto che spesso naturalmente non lo è .
Un esempio sono le fragole e spesso carne da banco e pesce.
Aroma
: molti frutti non hanno odore e sapore.
Stagionalità: la maggior parte dei consumatori non ha idea della vera stagionalità di frutta e verdura, mentre i produttori cercano di estendere le stagioni.
Consigli: solo qualche fruttivendolo specializzato è in grado di orientare con competenza la scelta d’acquisto.

Un ulteriore elemento di confusione è generato dal prezzo, che spesso è completamente scollegato dalla qualità; quando un prodotto
è in piena stagione è spesso al massimo della sua qualità e al minimo del suo prezzo.

Un consumatore che è disposto a pagare un prezzo più alto, pensando a una qualità migliore; non può essere certo che questa sia la giusta strategia.

 Un elemento mancante nella filiera dei costi è che il consumatore non è tenuto a conoscere è il costo ambientale; che se aggiunto a quello attuale da subito fa la differenza.
Un esempio concreto è un prodotto di stagione rispetto ad uno conservato per essere disponibile sempre,  questo lo scopriamo grazie al costo ambientale. L’appetito vien guardando.
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